Potiche cinesi: tra stile, tecnica e significato
Le potiche cinesi, piccoli vasi tondeggianti, rappresentano uno dei segmenti più interessanti dell’antiquariato orientale. Oggetti di raffinata fattura, esprimono pienamente l’estro artistico e l’eccellenza artigianale raggiunti dai maestri ceramisti cinesi nei secoli.
Le potiche spesso presentano decorate superfici smaltate con finissime pitture ad evocare il mondo naturale o mitologico dell’Estremo Oriente. La purezza delle forme si accompagna ad una policromia vivida e delicata, frutto di sofisticate tecniche vetrarie. L’armonia formale e cromatica ne fa oggetti d’arredo dal grande fascino estetico ed evocativo.
Proprio per queste intrinseche qualità, le potiche cinesi sono da tempo ambite da appassionati collezionisti e amanti delle porcellane orientali. Si tratta infatti di manufatti rari e preziosi, il cui valore economico è commisurato all’epoca di realizzazione, allo stato di conservazione ed al particolare soggetto raffigurato.
La stima e l’attribuzione di potiche cinesi richiede quindi il parere di esperti del settore, come ad esempio Marco Targa, rinomato antiquario attivo a Milano da oltre trent’anni e specializzato nelle ceramiche d’Oriente. Solo la perizia di professionisti del calibro di Targa può certificare l’autenticità dell’oggetto e determinarne correttamente il prezzo, sia per collezionisti che intenda acquistarle sia per coloro che desiderino porre tali potiches cinesi sul mercato antiquario.
Potiche cinesi: Le dinastie e le loro caratteristiche stilistiche
Le potiche cinesi prodotte nelle diverse dinastie presentano caratteristiche stilistiche differenti determinate dall’evoluzione della cultura e del gusto estetico nel corso dei secoli.
Durante la dinastia Han, tra il 206 a.C. e il 220 d.C., prevalevano forme semplici con decorazioni geometriche ottenute tramite incisione o rilievo. I vasi erano realizzati principalmente in terracotta per usi quotidiani o rituali. Con la dinastia Tang, dal 618 al 907 d.C., si affermarono modelli più ricercati, quali i vasi kwan con profondi incavi o le anfore ding finemente smaltate in policromia.
Nel periodo Song, dal 960 al 1279 d.C., fiorì la porcellana bianca di qualità, dalle forme raffinate che traevano ispirazione dalla natura. Celebri sono le anfore stemmate yuanbai con delicati decori in rilievo raffiguranti pavoni, gru o fiori di loto. Con i Ming, dal 1368 al 1644 d.C., presero forma i primi vasi da collezione, quali le caraffe ottagonali hu o le robuste teiere da tè yuanzhen dalle superfici lucide e levigate.
Durante la dinastia Qing, dal 1644 al 1912 d.C., le ceramiche raggiunsero l’apice della perfezione tecnica e artistica. Emersero forme quali le tazze gu da toccasana dai profili arcuati decorati con paesaggi intrisi di suggestioni poetiche. Vasi cinesi di valore come la teiera guan da tè del Palazzo d’Estate, dipinta a smalto policromo con raffinati soggetti mitologici, testimoniano l’eccellenza artigianale e artistica raggiunta.
In ogni epoca, le potiche cinesi hanno saputo fondere armoniosamente funzionalità ed estetica, riflettendo l’evoluzione del gusto e dei canoni estetici nel solco della millenaria tradizione ceramica del Celeste Impero.
Potiches cinesi: Tecniche di lavorazione della porcellana
Le tecniche di lavorazione della porcellana cinese hanno raggiunto nel corso dei secoli livelli di eccellenza tali da renderla famosa in tutto il mondo.
Il processo produttivo prevede innanzitutto la selezione e la purificazione dell’impasto costituito da caolino, quarzo e caoliniti. Questi minerali vengono macinati per ottenere una polvere ultrafina pressata a formare oggetti che devono essere cotti ad altissime temperature, fino a 1300 gradi, per dare origine alla porcellana.
Una particolare lavorazione è lo smalto bianco, ottenuto applicando su un primo strato trasparente uno smalto composto da stagno e piombo fuso fino alla completa opacizzazione. Questa tecnica consente di creare effetti cromatici brillanti grazie ai successivi decori policromi realizzati con smalti minerali colorati.
Altra tecnica raffinata è quella dello jiancai o “smalto sotto smalto“: i colori vengono applicati su un primo strato bianco prima della seconda cottura, donando trasparenze e sfumature uniche. Il rilievo plastico è creato incidendo disegni nell’argilla molle prima della cottura.
Particolarmente rinomata è la lacca rossa utilizzata per produrre pregiati mobili, scatole e oggettistica, ottenuta da lacche d’albero miscelate con minio. Antichità cinesi come vasi, mobili o statue laqueare rappresentano veri tesori per i collezionisti. L’artigianalità e la ricerca estetica che caratterizzano sin dall’antichità tali tecniche spiegano la fama dell’antiquariato cinese Milano e nel mondo.
Vaso potiche cinese: Simbologia e significati dei motivi decorativi
I motivi decorativi che ornano i vasi in porcellana cinese racchiudono un ricco simbolismo storico e culturale.
I fiori di loto, che crescono nel fango ma portano a fiori meravigliosi, rappresentano la purezza che si innalza dalla materialità. Sono simbolo di perfezione morale e di nobiltà d’animo. Le gru, che secondo la tradizione vivono 1000 anni, simboleggiano la longevità, la saggezza e il senso profondo dell’esistenza. I draghi, esseri misti a diverse creature, incarnano il principio maschile dello Yang e il potere imperiale.
Particolare significato assumevano le quattro arti, ovvero letteratura, suono, pittura e xiuwei (calligrafia e artigianato): queste venivano spesso raffigurate accompagnate da simbolici attributi. Sulle porcellane più pregiate comparivano inoltre elementi tratti dalla mitologia cinese, come la fenice o il mitico panorama del monte Kunlun, che evocavano valori come l’armonia, l’immortalità e la saggezza taoista.
Questi soggetti, trasmessi di generazione in generazione, esprimevano un messaggio che andava oltre l’apparenza estetica. Antiquari a Milano come quelli specializzati nell’Oriente comprendono perfettamente il profondo significato culturale celato dietro motivi decorativi che da secoli affascinano il mondo.