
Ceramica smaltata: abilità e segreti degli artigiani cinesi
L’arte della ceramica smaltata nell’antica Cina rappresenta un patrimonio di conoscenze tecniche tramandate attraverso generazioni di maestri artigiani. La Valutazione arte orientale Milano riconosce in questi manufatti una complessità realizzativa che va oltre la mera esecuzione tecnica, incorporando elementi di alchimia e profonda comprensione dei materiali. Gli artigiani delle fornaci imperiali custodiscono gelosamente le formule per la preparazione degli smalti compositi, che prevedono l’utilizzo di oltre 72 componenti minerali differenti. La miscela degli ossidi coloranti segue proporzioni precise basate su antichi testi della dinastia Ming, dove le quantità vengono espresse attraverso complessi sistemi di misurazione tradizionali.
La gestione del fuoco nelle fornaci tradizionali richiede una maestria particolare: il controllo dell’atmosfera ossidante o riducente determina le reazioni chimiche degli ossidi metallici, influenzando drasticamente la resa cromatica finale degli smalti. Gli artigiani riconoscono le temperature ottimali osservando il colore della fiamma attraverso specifiche aperture nel forno chiamate “occhi del drago“.
Il processo di raffreddamento rappresenta uno dei segreti più custoditi: la velocità di discesa termica è regolata attraverso tecniche ancestrali che prevedono l’utilizzo di particolari legni aromatici, la cui combustione influenza la cristallizzazione degli smalti. La tradizione vuole che durante questa fase vengano recitate specifiche formule rituali, testimonianza della dimensione spirituale che permea l’intero processo produttivo. L’applicazione degli smalti segue metodologie precise che considerano fattori come l’umidità ambientale e le fasi lunari. Gli artigiani utilizzano pennelli realizzati con specifiche setole animali, la cui preparazione richiede mesi di lavorazione secondo tecniche tramandate all’interno delle famiglie di ceramisti.
Ceramica smaltata: le tecniche più utilizzate
Le tecniche di smaltatura nella ceramica smaltata della Cina imperiale rappresentano uno dei capitoli più significativi nella storia dell’arte ceramica mondiale. Durante la dinastia Song (960-1279), gli artigiani sviluppano una raffinatezza tecnica ineguagliata, caratterizzata dalla peculiare lavorazione del “bianco del corpo” (baidi), ottenuta attraverso l’applicazione di più strati sottili di smalto traslucido su argilla bianca selezionata. La tecnica del celadon, perfezionata nelle fornaci imperiali di Longquan, prevede l’utilizzo di ossido di ferro in atmosfera riducente per ottenere le caratteristiche tonalità verde-azzurre. Gli Antiquari Milano e gli esperti del settore considerano questi manufatti tra i più pregiati esempi di arte ceramica orientale. Il processo richiede temperature di cottura che raggiungono i 1250-1300°C.
La smaltatura a immersione rappresenta una delle tecniche più raffinate: il pezzo è immerso in un bagno di smalto mentre è fatto ruotare con movimenti precisi per garantire uniformità di copertura. La tecnica del doucai (colori contrastanti) prevede invece la doppia cottura: prima è applicato il disegno in blu cobalto sotto coperta, poi si procede con la smaltatura policroma sopra coperta. Il metodo del “tian mu” (occhio del cielo) sviluppato durante la dinastia Yuan (1271-1368) si caratterizza per l’applicazione di gocce di smalto nero ferrico che, colando durante la cottura, creano effetti simili a lacrime. La perfezione tecnica raggiunta dai maestri ceramisti cinesi si manifesta anche nella tecnica del sang de boeuf, che utilizza ossido di rame in riduzione per ottenere il caratteristico rosso cupo.
Ceramica smalto: le fasi della lavorazione
La realizzazione della ceramica smaltata inizia con la fase di depurazione dell’argilla, processo che prevede la decantazione del materiale grezzo in vasche d’acqua per eliminare le impurità. La massa argillosa è sottoposta a filtro-pressatura per raggiungere una consistenza ottimale del 20-22% di umidità. La modellazione primaria richiede specifiche tecniche di foggiatura: il processo di calibratura meccanica garantisce spessori uniformi di 4-6 millimetri, fondamentali per la successiva fase di essiccazione. Durante questa fase, il manufatto deve raggiungere un’umidità residua del 5-7% per evitare stress termici durante la cottura.
La biscottatura, prima cottura del manufatto, avviene a temperature comprese tra 900-980°C. Nel campo dell’Antiquariato cinese Milano, questa fase risulta determinante per la qualità finale del pezzo. Il ciclo termico prevede una curva di salita graduale di 80°C all’ora per prevenire deformazioni strutturali. L’applicazione dello smalto richiede particolare attenzione alla viscosità della sospensione, che deve mantenersi tra i 45-50 secondi alla tazza Ford n.4. La tecnica dello smaltaggio a spruzzo necessita di una pressione costante di 2,5-3 bar per garantire uno strato uniforme di 0,3-0,4 millimetri di spessore.
La cottura finale rappresenta la fase più delicata: il ciclo termico raggiunge i 1180-1250°C con una permanenza di 45-60 minuti alla massima temperatura. La fase di raffreddamento controllato deve seguire una discesa termica non superiore ai 100°C all’ora per prevenire microfessurazioni dello smalto. L’atmosfera del forno è controllata attraverso l’analisi dei gas di combustione, mantenendo un rapporto aria/gas costante di 10:1.